Vol. II p. 385
BOLENGO (Bolenicum), com . nel mand. prov. e dioc.d’Ivrea, div. di Torino. Dipende dal senato di Piem., intend. prefett. insin. ipot. e posta d’Ivrea.
Nei secoli trascorsi fu diversamente chiamato, leggendosi in alcuni diplomi CurteBolencio, Vicus Bolentio, Bollentum, Bolencum, Bollenico, Bollentio, Bollenta. Nome antichissimo, che in altre contrade soffrì le stesse alterazioni: così quel luogo nell’alta Pannonia, che in Tolomeo e nella tavola di Peutinger è Bolentio, nell’anonimo Ravennate è Bolenico e nell’itinerario gerosolimitano Bolentia e Bolenta.
Questo villaggio fe’ già parte del marchesato d’Ivrea: cadde in potere della chiesa di quella città, che lo diè in feudo al marchese di Monferrato nel 1227. Passato quindi sotto il dominio di casa Savoja, lo ebbe da Carlo Emanuele I con titolo di contado il generale di finanze Cernusco torinese; lo tennero poscia gli Scaglioni, i Galliani di Saluzzo, i Rasini di Vitalbera ed infine i Gioannini di Sordevolo. Circa il 1700 lo acquistarono i Dentis, famiglia torinese.
Sulla collina detta l’Incisa, che è una diramazione di quella denominata la Serra, vedesi il castello unito a Bolengo vecchio e circondato da una muraglia con due porte.
Nelle investiture cui ne ricevevano i conti pro tempore, esso è appellato Castelforte di Bolengo e veramente si afferma che già fosse un baluardo di qualche rilievo.
Bolengo nuovo vedesi in una valle fra le due sopraccennate colline. La Serra in tutta la sua estensione sino alla metà è molto fertile di uve, con che si fanno eccellenti vini: verso la cima è ricca di piante, massime di castagni. Diramasi dalla montagna di Andrate, e finisce a Cavaglià dieci miglia lontano.
L’attraversa la via provinciale che da Bolengo mette a Biella. La Serra per la sua elevazione, lunghezza ed uniformità non ha forse un altro luogo che la appareggi.
A mezzodì del comune passa la strada provinciale che da Ivrea conduce a Vercelli. Un torrente, detto il Rivo morto, formato dalle acque che discendono dalle due colline, danneggia spesse volte le circostanti campagne.
Oltre al copioso ed ottimo vino, questo territorio produce grano, meliga, segale, legumi, e noci. Vi si mantengono eziandio molte mandre. Il selvaggiume vi abbonda.
Il commercio delle anzi dette produzioni si fa con Biella, con Vercelli e con varii luoghi del Canavese.
La presente chiesa parrocchiale vi è dedicata a M. Vergine Assunta in cielo.
Popolazione 2500.